sabato 15 dicembre 2012

Un altro miracoloso prodotto: Chetone di lampone


Ultimamente mi è stato chiesto sull’uso del Chetone di lampone per il dimagrimento. Purtroppo le offerte di nuovi integratori dietetici miracolosi si moltiplica ad un ritmo talmente veloce che è difficile documentarsi con la stessa velocità, ma fortunatamente per noi nutrizionisti la risposta negativa li può accomunare tutti. Non fanno dimagrire chi li assume ma fanno ingrassare le tasche di chi li produce.
Questo Chetone di lampone è passato alla ribalta grazie alla spinta pubblicitaria del dr. Oz che ne consiglia l’assunzione, insieme ad una dieta bilanciata ed esercizio fisico regolare.
Bisogna sapere che si tratta di un composto fenolico utilizzato sin dal 1920 come aroma naturale per cosmetici e attrattivo per insetti ed è estratto in natura da pesche, uva, corteccia d’albero oppure viene prodotto da specifici batteri o anche ottenuto per via sintetica (in questo caso la dizione naturale non si può utilizzare).
Le ricerche scientifiche a supporto dei suoi effetti dimagranti sono piuttosto scarse:
due riguardano studi su topi ed una è stata condotta in laboratorio (in vitro), mentre nessuna su esseri umani.
Uno di questi studi non ha prodotto effetti di dimagrimento nei topi mentre uno più recente si ma riguardava animali nutriti con una dieta particolarmente ricca di grassi. Secondo gli autori il risultato è da ricondurre alla lipolisi indotta dall'incremento di norepinefrina.

Dieta di segnale: la vera rivoluzione alimentare

Pubblichiamo per intero un articolo del dott. Luca SPECIANI sulle diete di segnale, ovvero i regimi alimentari e comportamentali che non si avvalgono di una mera restrizione calorica (di effetto rapido ma non duraturo) ma dei segnali metabolici che mirano a riportare l'essere umano al suo naturale stato di benessere: una magrezza tonica e senza deperimento.

Il sostanziale fallimento di tutti i regimi dietologici più conosciuti è sotto gli occhi di tutti. L'epidemia di obesità nei paesi industrializzati (ma ormai anche in quelli emergenti) sta assumendo proporzioni smisurate. La colpa, si sa, è di stili di vita sempre più sedentari e di alimenti sempre più raffinati e squilibrati. Le autorità sanitarie raccomandano dunque vita più sana e non meglio precisate diete "mediterranee", ricche di frutta e verdura, ma anche di pane e pasta, di formaggi e di carne o pesce nella misura in cui chi ne parla sia più o meno tendente al vegetarianesimo. La salubrità generale di una dieta completa e variata nell'individuo magro e sano non è in discussione. In discussione è il fatto che una tale dieta possa far perdere grasso a chi sia in sovrappeso: il dato è smentito dai fatti.

domenica 11 novembre 2012

Scegliere i giusti rapporti...


Prendiamo spunto dalla ‘Conversazione Scientifica’ dei giorni scorsi a Forlì della dott.ssa Carla Ferreri (primo ricercatore CNR, direttore R&D Lipinutragen srl), nella quale evidenziava come il rapporto dei grassi omega 6/omega 3 introdotti con l’alimentazione sia cambiato nel corso degli anni.
Ricordiamo che gli omega 6 e 3 sono acidi grassi fondamentali per la nostra salute e devono essere introdotti con l’alimentazione. Possono essere di origine animale o vegetale ed attualmente il loro rapporto ottimale è individuato in 4-5 omega-6 e 1 omega-3.
Le ricerche scientifiche – estrapolate tra gli altri dagli studi di Simopoulos e dalla banca dati Lipinutragen – indicano che l’essere umano ai tempi del paleolitico si nutriva con alimenti che nel loro complesso davano un apporto di omega 6/3 in una proporzione di circa 1/1. Questo rapporto ha accompagnato la nostra alimentazione fino al ‘900 inoltrato, tralasciando la crescita significativa del consumo di grassi saturi a partire dall’industrializzazione del 1800, di cui ci occuperemo in un articolo a parte.
Attualmente negli USA questo rapporto è di 17:1 e in Europa 15:1, mentre in Giappone 4:1. Purtroppo la sproporzione di omega 6 è anche correlata a diverse patologie di carattere autoimmune e infiammatorio.
Anche le membrane cellulari dei globuli rossi mostrano un rapporto di Omega6/3 ottimale che si trova nell’intervallo 3,5 -5,5 e anche questo dato indirizza ad un cambiamento delle attuali abitudini alimentari (come anche indicato dalla Lipidomica).
Non vogliamo comunque dare un messaggio sbagliato che demonizzi gli omega 6 (ricordiamo che sono indispensabili), ma invece bisogna riappropriarsi di un rapporto di grassi amico delle nostre cellule e della nostra evoluzione biologica. Quindi in quest’ottica, qualche indicazione generale non esaustiva include la riduzione di salumi, snack dolci e salati, olii di semi di mais e girasole e incremento di pesce azzurro, verdure di stagione crude e in particolare cotte, noci, olio extravergine d’oliva.

Bibliografia: A.P. Simopoulus, Evolutionary aspects of diet, the omega-6/3 ratio and genetic variation: nutritional implications for chronic diseases. Biomed & Pharmacotherapy, 2006

domenica 21 ottobre 2012

Le bevande zuccherate fanno ingrassare, lo dicono anche i ‘geni’.


E’ ormai nota l'interazione tra i geni e la dieta che prende il nome di nutrigenetica,
E’ importante chiarire che una volta scoperte la propria genetica, si può fare molto per evitare alcuni fenomeni negativi, attraverso una giusta prevenzione alimentare.

Visto il grande interesse in questa nuova disciplina, la Commissione Britannica per la Genetica Umana (HGC) ha stabilito alcune regole tra le quali il fatto che le variabili genetiche siano clinicamente validate. In quest’ottica, diffondiamo i risultati di uno studio apparso sul New England Journal of Medicine su possibili legami genetici tra adiposità e consumo di bevande zuccherate. 
Questa ricerca ha riguardato un alto numero di individui (oltre 10.000) e i risultati ottenuti confermano che l’associazione genetica con l’adiposità correla positivamente e in modo significativo con il consumo di bevande zuccherate.
A livello glicemico sappiamo che le bibita zuccherate sono tutt’altro che innocue. Il loro contenuto di zucchero per bevanda, pari a circa 2 bustine di zucchero, scatena una risposta insulinica verso l’immagazzinamento di grasso. Questo segnale agisce quindi anche sui geni deputati all’accumulo che vengono stimolati a esprimere maggiormente la loro funzione: accumulare grasso.

Bibliografia: Sugar-Sweetened Beverages and Genetic Risk of Obesity. N Eng J. of Med. October 11 2012.

mercoledì 17 ottobre 2012

Si fa presto a dire 'grassi' .... meglio farlo con la Lipidomica

Pubblichiamo il testo dell'incontro medico-scientifico sulla dinamica degli acidi grassi tra alimentazione e cellula. Tutti gli interessati sono invitati.

domenica 30 settembre 2012

Come aumentare il proprio metabolismo


Riprendiamo un articolo recentemente apparso su Best Health Magazine perché contiene alcune indicazioni condivisibili sul come aumentare il proprio metabolismo.
E' interessante notare che non c'è traccia dell'ossessivo conteggio calorico e del vecchio e falso mito degli alimenti 'light' che rendono le tavole di alcune persone male informate, luoghi estremamente tristi.

La restrizione calorica non aiuta a perdere peso (anzi grasso). Al contrario genera un rallentamento metabolico. Questo calo fa anche parte della nostra biologia ed è stimato che avvenga dopo i 20 anni d'età ad un tasso del 2% circa ogni 10 anni.
Vediamo quindi le strategie per incrementare il nostro motore interno durante la giornata.

Consumare tè verde al mattino o durante la giornata. E' dimostrato che tale bevanda stimoli il metabolismo, così come il caffè, senza però avere le controindicazioni (spesso sovrastimate) di quest'ultimo.

Una colazione abbondante può incrementare il metabolismo fino ad un 10%!
Elemento cardine anche della dieta Gift. In particolare se includiamo anche proteine e grassi sani come quelli contenuti nello yogurt greco (più proteico), noci, nocciole e anche uova.
Uno studio del 2010 su 'International Journal of Obesity' riela che una colazione ricca di grassi polinsaturi, aiuta l'organismo a bruciare più carboidrati e grassi di deposito per il resto della giornata.

Eseguire esami del sangue che occasionalmente includano anche i marcatori tiroidei, chiedendo indicazioni al proprio medico di base.

sabato 15 settembre 2012

Piante in casa


Nel nostro blog non ci occupiamo solo di alimentazione ma anche di tutto ciò che risulta essere legato alla salute e al benessere.
Parliamo di un argomento molto studiato negli Stati Uniti e che riguarda l'inquinamento degli ambienti domestici da sostanze, sopattutto chimiche, utilizzate nella produzione dei mobili, presenti nelle vernici, materiali isolanti, detergenti, disinfettanti, ecc.
L'Agenzia di Protezione Ambientale statunitense (EPA), sostiene che attualmente, questo tipo di inquinamento sia quello che sta crescendo più rapidamente assumendo proporzioni preoccupanti. Questo fenomeno è anche legato al miglioramento degli standard di isolamento degli edifici per motivi di risparmio energetico, ma che conseguentemente, riducono i ricambi d'aria aumentando la permanenza delle sostanze indesiderate negli ambienti chiusi.
Gli effetti sulla salute umana rientrano sotto il nome di 'sindrome da edificio malato' e i disturbi variano da cefalea, stanchezza, vertigini, irritazione al naso, agli occhi e del tratto superiore delle vie respiratorie.
I ricercatori della NASA hanno scoperto che, particolari tipologie di piante verdi, provvedono non solo a produrre ossigeno, ma anche a rimuovere dall'aria che respiriamo, sostanze come formaldeide, benzene, tricloroetilene.
Lo studio ha riguardato 19 diverse tipologie di piante e tra le migliori sono risultate l'edera (Hedera helix), elatum (Chlorophytum comosum), potus (Epipiremnum aereum), palma nana (Chamaedorea sefritzii), Sansevieria trifasciata, dracena (Dracaena spp.).
Arricchiamo i nostri ambienti con piante sia come elemento d'arredo che come cura per il nostro 'edificio malato'!

lunedì 20 agosto 2012

'Ever green' con l'olio extravergine d'oliva

L'olio extravergine di oliva, è l'alimento principe della dieta mediterranea, perchè racchiude colori e sapori unici insieme a caratteristiche nutrizionali e salutistiche che lo possono far definire un nutraceutico, ovvero che nutre e al contempo cura.
Sappiamo che per dimagrire non bisogna limitare l'assunzine dei lipidi (nome più elegante dei grassi),
ma bisogna bensì sceglierli opportunamente, in modo che la cellula utilizzi i giusti materiali per costruire la sua struttura. Diamo degli olii scadenti e la cellula avrà membrane di scarsa qualità. Diamo pochi olii e la cellula si produrrà i grassi comunque autonomamente con 'materiale di recupero' e con uno sforzo a carico degli enzimi, che andrebbero meglio utilizzati per altre operazioni.
E' stato infatti recentemente riscontrato dai ricercatori del CNR di Bologna che nella membrana dei soggetti sovrappeso e obesi avviene un cambiamento nella componente lipidica, che deve necessariamente contrastare la rigidità indotta da apporti dietetici sbilanciati. 
L'olio d'oliva non deve per questo mancare nella nostra alimentazione, nemmeno se ci si trova in condizioni di sovrappeso o di obesità. Non accompagnamolo però alla focaccia del forno fatta con farina bianca ma a generose porzioni di verdura di stagione cruda e cotta.

Uno studio recentissimo (verrà pubblicato il prossimo ottobre su 'the Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism') condotto in Spagna, lega il consumo di olio extravergine d'oliva ad una maggiore massa ossea e quindi protezione dal rischio di fratture correlate all'età. Questo fenomeno viene spiegato dalla maggior presenza dell'ormone osteocalcina, coinvolto nel metabolismo osseo, nel sangue dei soggetti che assumevano maggiori quantità di olio d'oliva.
Seguiranno altri articoli sulle innumerevoli proprietà di questo alimento.

domenica 19 agosto 2012

Frutta a scuola


Si segnala una lodevole iniziativa denominata "Cento giorni di frutta!" ideata dal dott. Luca Speciani
e da gruppo Ethos, che partirà dal 12 Settembre 2012, in cui le classi delle elementari che aderiranno
al progetto si impegneranno a mangiare fuori dai pasti, come merenda, solo frutta fresca.

Mentre gli organi istituzionali pensano e ripensano alle politiche da attuare, c'è qualcuno che per fortuna agisce! Questi gesti concreti sono volti a combattere con efficacia chi continua a voler riempire il piatto dei bambini con cibi "spazzatura" gonfi solo di zuccheri, sale e farine raffinate. Ricordiamo anche altre iniziative quali l'introduzione di cibi freschi e sani nelle mense scolastiche e nei distributori di alimenti in aziende, centri sportivi e punti informativi GIFT. Indichiamo il link, per chi fosse interessato a visionare on-line il libro. Il testo verrà regalato a tutti gli alunni delle scuole lombarde che aderiranno all'iniziativa:
http://issuu.com/gruppoethos/docs/tom_e_lia_alla_scoperta_del_vero_cibo

Dott. Francesco Bonucci
Biologo Nutrizionista

lunedì 13 agosto 2012

Okkio alla Salute dei nostri figli

Uno studio italiano che vede coinvolto l'Istituto Superiore della Sanità analizza lo stato del peso dei bambini in età scolare, le loro abitudini alimentari e l'attività fisica. Questi elementi rappresentano fattori di rischio e importanti leve per la prevenzione delle malattie non trasmissibili e su cui bisogna impegnarsi per ridurre patologie nelle future generazioni,  in primis diabete e alterazioni cardiocircolatorie.

I primi dati del 2008 pubblicati da questo programma - denominato 'OKKIO alla SALUTE' - sono allarmanti. Infatti risulta che 1 bambino su 3 è in eccesso di peso e che i genitori non ne sono consapevoli!
Altro elemento emerso è la marcata differenza Nord-Sud con un aggravamento della situazione nelle regioni meridionali, tradizionalmente famose un tempo per la dieta mediterranea. La media nazionale riferita all'età 6-11 anni è del 24% in sovrappeso e del 12% di obesi  e la maglia nera spetta alla Campania con un picco di 28% sovrappeso e 21% obesi.
Dal punto di vista comportamentale emergono infatti delle cattive abitudini alimentari, in particolare: l’11% dei bambini non fa colazione il 28% la fa in maniera non adeguata l’82% fa una merenda di metà mattina troppo abbondante il 23% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura. (segue...)

martedì 7 agosto 2012

Grasso? No, normale!


Sapevamo da un detto popolare che 'ogni scarrafone è bello a mamma soia' ma non sapevamo invece che le madri dei bimbi sovrappeso non percepiscono questa problematica nei loro figli - mentre invece le madri dei bambini sottopeso si.
Ce lo dice con certezza uno studio condotto negli USA che ha testato la capacità di quasi 300 madri di valutare se il  proprio figlio (20 mesi d'età) fosse normopeso, sottopeso o sovrappeso.
Ebbene, le madri dei bimbi sovrappeso valutavano erroneamente come normopeso lo stato dei propri figli, dimostrandosi soddisfatte. Situazione invece individuata correttamente dalle madri dei bambini sottopeso che dimostrano preoccupazione al riguardo.

A mio avviso questa distorsione potrebbe essere un retaggio genetico o culturale risalente a quando l'uomo era sottoposto a carestie e a periodi di scarsità di risorse alimentari. Quello che un tempo poteva essere sicuramente un vantaggio, ai giorni nostri rappresenta una zavorra inutile e l'anticamera a sviluppare problematiche metaboliche.
In un prossimo post illustrerò i risultati di un importantissimo studio pluriennale condotto in Italia e vedremo se la situazione dei bambini nel paese della dieta mediterranea sia migliore rispetto ai coetanei della nazione dei 'fast food'!


Bibliografia:
Erin R. Hager et al. Maternal Perceptions of Toddler Body Size - Accuracy and Satisfaction Differ by Toddler Weight Status. Arch Pediatr Adolesc Med. May 2012



domenica 22 luglio 2012

Meno dormi, più ingrassi


Un recente studio apparso su American Journal of Clinical Nutrition approfondisce i meccanismi biologici che legano la riduzione della durata media del sonno all'obesità.

I ricercatori hanno misurato l'attività di alcune zone del cervello in seguito a stimoli alimentari, in soggetti che non avevano dormito a sufficienza. Ovviamente hanno sottoposto agli stessi stimoli e misurazioni anche un gruppo che però aveva dormito adeguatamente.

Finora si pensava che la riduzione di sonno agisse esclusivamente sull'appetito e sul bilancio energetico attraverso alcuni ormoni (insulina, leptina, ecc.).
Questo studio invece evidenzia un meccanismo neurologico che genera l'aumento della ricerca di appagamento attraverso il cibo, nei soggetti sottoposti a restrizione del sonno. Infatti in queste persone, alcune aree del cervello legate alla ricerca di gratificazione, erano maggiormente attivate.
Gli studiosi hanno inoltre osservato che le stesse aree cerebrali sono attivate anche negli individui che hanno perso peso.

St-Onge M et al. (2012) Sleep restriction leads to increased activation of brain regions sensitive to food stimuli. Am Clin Nutr 95:818-824

sabato 21 luglio 2012

Carote e Beta-carotene


I mesi estivi sono particolarmente ricchi di frutta e verdura di colore giallo-arancio, nella quale la presenza di sostanze che ne determinano tale caratteristica, le conferisce anche proprietà benefiche.
Parliamo in questo post di carote (Daucus carota), vegetali della famiglia delle ombrellifere, di cui se ne consuma la radice praticamente tutti i mesi dell'anno.

Le carote sono particolarmente ricche di beta-carotene ad azione provitaminica ed antiossidante, che interviene nella crescita e riproduzione dei tessuti, nella visione, nel mantenimento delle difese immunitarie e nella protezione dai radicali liberi.
Altre sostanze presenti sono i flavonoidi, sostanze ad azione antitumorale che ci proteggono dai danni cellulari e inoltre anche fibre solubili ed insolubili, che contribuiscono alla regolarità intestinale e alla prevenzione del tumore del colon.

domenica 8 luglio 2012

Le calorie sono tutte uguali?

Il concetto di dieta centrata principalmente sulla caloria fa parte di una visione riduttiva e ormai antiquata, come evidenziato anche recentemente da uno studio pubblicato da Ludwig sul prestigioso Journal of American Medical Association. Le calorie, ricordano i ricercatori, sembrano uguali ma il loro effetto biologico non è affatto lo stesso né per il peso né per la salute.

Parliamo ad esempio, della tazzina di caffè zuccherato in una diversa prospettiva...

martedì 26 giugno 2012

Rimedi naturali: Linfa di Betulla


La Betulla (appartiene alla famiglia della Betulaceae) è una pianta dalle molteplici proprietà. La raccolta della linfa inizia nel mese di marzo ed avviene praticando alcuni fori nel tronco di betulle adulte, di circa 2-5 cm di profondità, da cui defluisce la linfa che viene raccolta tramite tubicini inseriti all’interno dei fori. Un tronco di circa 50 cm di diametro, fornisce in media 3-4 L di linfa in quattro giorni.
Le attività principali della linfa di betulla sono quella diuretica,depurativa, antisettica, antinfiammatoria. Le proprietà sono dovute alla ricca composizione in flavonoidi, oli essenziali, tannini, vitamina C, acidi (clorogenico e caffeico), resine, alcoli triterpenici e saponine. Inoltre è ricca di aminoacidi (700-100 mg/L) e Sali minerali (potassio, magnesio, manganese, zinco). Non contiene sodio.
Per il suo effetto diuretico, ...

lunedì 25 giugno 2012

Dal DNA le informazioni per elaborare la dieta personalizzata.

Pubblichiamo un articolo tratto da MyGenomics.


Individuate oltre 20 nuove sezioni del codice genetico associate all'ipertensione
I successi della nutrigenetica: la dieta personalizzata
Quando si parla di diete, gli inglesi usano spesso l’espressione “one size does not fit all”: signfica che una stessa dieta può essere ottimale per una persona e non funzionare invece per un’altra. Perchè accade questo? Negli ultimi anni, la ricerca genomica ha provato a rispondere a questa domanda e sembra che il modo in cui un individuo si rapporta a quello che mangia dipenda in buona parte dal suo codice genetico. La nutrigenetica è una disciplina che sta finalmente cominciando ad affermarsi nel campo della nutrizione e che cerca proprio di spiegare come il modo in cui metabolizziamo e utilizziamo le sostanze che ingeriamo cambi a seconda dei nostri geni. L’intolleranza al lattosio o la celiachia sono solo i rappresentanti più conosciuti di questo ramo della ricerca in forte sviluppo, e la lista di geni associati in qualche modo alla nutrizione sta diventando sempre più lunga. La bella notizia è che queste nuove conoscenze scientifiche non restano fini a se stesse, ma trovano invece un riscontro nella realtà, come uno studio del 2007 ha dimostrato: una dieta personalizzata basata sulle indicazioni fornite da un test genetico funziona molto meglio di una dieta generica.

venerdì 22 giugno 2012

Rischio parassiti nel Sushi e dintorni

Anisakis è un parassita che può trovarsi nel pesce consumato crudo o marinato. I casi di infezione sono in aumento perchè sta crescendo il consumo dei prodotti ittici crudi. Il rischio si può eliminare utilizzando gli abbattitori di temperatura (- 20° per almeno 24 ore).
Limone, aceto o affumicatura non ne riducono la presenza!
Riportiamo un articolo scritto da 'Movimento difesa consumatori'.

Il pm Raffaele Guariniello ha convocato la Regione e il Ministero della Salute per “una più tempestiva ed efficace azione di prevenzione del consumo di pesce contaminato da Anisakis, parassita sempre più presente nel pescato in vendita, in particolare in acciughe, sardine, pesce azzurro e molte altre specie ittiche”, ha dichiarato il pm a fonti di stampa.
“L’Anisakis – ha spiegato la veterinaria Valentina Tepedino, è un parassita che può trovarsi in numerosi prodotti ittici e zone geografiche e che può provocare una malattia nell’uomo che ne consuma le carni. Questi parassiti si trovano da adulti nell’addome dei pesci e difatti sono visibili, anche ad occhio nudo, intorno ad i loro visceri ed assomigliano a dei vermicelli biancastri da 1 a 3 cm di lunghezza. 
Il pericolo è costituito dalla possibilità che dopo la pesca a causa di una eviscerazione tardiva o nulla i parassiti possano migrare nelle carni del pesce. In questo caso appunto non è possibile più accorgersi della loro presenza e dunque il consumatore rischia insieme alle carni di consumare anche il parassita. Ciò chiaramente se stiamo parlando di un prodotto consumato crudo o sotto sale o marinato, ecc. poiché la cottura eviterebbe tale rischio uccidendo il parassita”.

domenica 17 giugno 2012

Ricetta con cetriolo: Gazpacho


Ricetta originaria del sud della Spagna. Può fungere da aperitivo o da zuppa fredda estiva, rinfrescante e ricostituente.
Ingredienti:
600 g di pomodori - 1 peperone - 2 cipolle - 1 spicchio d'aglio - 2 cetrioli piccoli - 1 limone - 1 ciuffo di prezzemolo - 4 cucchiai di olio extrav. d'oliva - 1 pizzico di sale - 1 pizzico di pepe.
Preparazione:
Mettete in un recipiente l'aglio e le cipolle tritate finemente. Aggiungete i peperoni tritati, i cetrioli a fettine, i pomodori sbucciati, un po' di succo di limone, sale, pepe,  prezzemolo tritato e mezzo bicchiere d'olio. Passate tutto al mixer e tenete in frigo fino al momento di servire.
Per una migliore digeribilità:
Tagliate le due estremità del cetriolo e strofinatele sull'ortaggio. Fuoriuscirà una spuma bianca, che avrete la cura di rimuovere insieme alla prima fettina. Questa spuma, insieme alla buccia del cetriolo (che pure vi consigliamo di asportare), è responsabile della difficile digeribilità.
La seconda cosa importante è quella di rimuovere la pelle del peperone.

Verdura di giugno: il cetriolo


Il cetriolo (Cucumis sativus) è originario dell'India ed era già conosciuto e coltivato all'epoca dei Romani che lo utilizzavano sia come alimento che come cosmetico.
Controllate che la buccia sia di colore verde marcato, che non siano secchi al tatto o ammaccati alle estremità. Se non digerite i semi contenuti nella polpa, scegliete cetrioli di piccolo taglio, che ne hanno pochi perchè più immaturi. Possono anche essere conservati a fette, sotto sale, per diversi giorni.
Contengono moltissima acqua (96%), vitamine (vit. C, K, folati) e minerali (potassio, magnesio) nonchè fibre, utili per l'attività dell'intestino. Hanno inoltre proprietà rinfrescanti, depurative e antigottose.
Ideali nelle insalate estive o in altre preparazioni quali la panzanella o il salmoriglio.

Arriva la Lipidomica


Basterà un minuscolo prelievo per avere una mappatura nutrizionale completa, in grado di rivelare con precisione cosa manca al nostro organismo. La novità, in arrivo dal Cnr di Bologna, cambierà l'approccio alla prevenzione fai-da-te: gli integratori verranno scelti in modo mirato, per potenziarne gli effetti, ma anche (e soprattutto) per evitare quelli negativi, spesso dovuti a un consumo irrazionale. Il rischio, infatti, come suggeriscono il Ministero della salute e l'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, è quello di provocare addirittura un'azione opposta. Come nel caso degli Omega-3 e Omega-6 tanto elogiati per i loro effetti positivi: in condizioni di stress cellulari o in presenza di un eccesso di radicali liberi, possono addirittura degradarsi in sostanze tossiche. Ma la lipidomica "con un semplice test rivela la mappatura e lo stato di equilibrio funzionale degli acidi grassi della membrana che avvolge i globuli rossi.

martedì 12 giugno 2012

Nuovo Blog Nutrizione Integrata

Prende vita questo blog nato dall'iniziativa di colleghi Biologi Nutrizionisti per condividere e discutere temi legati al Benessere attraverso la corretta alimentazione e stili di vita, nonchè alla medicina e all'ambiente. Dremo spazio anche a chi vorrà presentare delle personali ricette. Possibilità di porre quesiti sul blog ai nutrizionisti o a contattarli privatamente.