lunedì 25 giugno 2012

Dal DNA le informazioni per elaborare la dieta personalizzata.

Pubblichiamo un articolo tratto da MyGenomics.


Individuate oltre 20 nuove sezioni del codice genetico associate all'ipertensione
I successi della nutrigenetica: la dieta personalizzata
Quando si parla di diete, gli inglesi usano spesso l’espressione “one size does not fit all”: signfica che una stessa dieta può essere ottimale per una persona e non funzionare invece per un’altra. Perchè accade questo? Negli ultimi anni, la ricerca genomica ha provato a rispondere a questa domanda e sembra che il modo in cui un individuo si rapporta a quello che mangia dipenda in buona parte dal suo codice genetico. La nutrigenetica è una disciplina che sta finalmente cominciando ad affermarsi nel campo della nutrizione e che cerca proprio di spiegare come il modo in cui metabolizziamo e utilizziamo le sostanze che ingeriamo cambi a seconda dei nostri geni. L’intolleranza al lattosio o la celiachia sono solo i rappresentanti più conosciuti di questo ramo della ricerca in forte sviluppo, e la lista di geni associati in qualche modo alla nutrizione sta diventando sempre più lunga. La bella notizia è che queste nuove conoscenze scientifiche non restano fini a se stesse, ma trovano invece un riscontro nella realtà, come uno studio del 2007 ha dimostrato: una dieta personalizzata basata sulle indicazioni fornite da un test genetico funziona molto meglio di una dieta generica.


In un articolo pubblicato sul Nutrition Journal si spiega che vennero invitati a partecipare allo studio 93 pazienti di una clinica di Atene, pazienti che avevano cercato ripetutamente di perdere peso senza riuscirci. 43 di essi furono seguiti per diversi mesi da nutrizionisti che prescrivevano diete con il metodo classico, mentre i rimanenti 50 ricevettero delle indicazioni aggiuntive basate su un test genetico a cui si erano sottoposti. I 19 geni presi in esame dal test in questione erano relativi ad enzimi del metabolismo per i quali erano note associazioni tra specifiche varianti alleliche e alcuni stili alimentari, e le informazioni ottenute dal test hanno permesso di elaborare diete personalizzate che, come vedremo, hanno funzionato molto meglio.
Queste e altre informazioni derivanti dal test genetico vennero utilizzate per prescrivere diete ad hoc ai pazienti selezionati, che hanno potuto così alimentarsi nel modo più congeniale al proprio profilo genetico. Inizialmente questo non ha portato nessun vantaggio particolare, dal momento che entrambi i gruppi oggetto dello studio dimagrivano più o meno allo stesso modo, ma mentre dopo un anno di cura il 73% dei pazienti del gruppo nutrigenetico conservava la perdita di peso, la maggior parte di quelli che avevano seguito una dieta classica ingrassava nuovamente. La cosa interessante è che il test non era stato sviluppato specificatamente per influire sul peso dei pazienti, ma semplicemente per offrire consigli personalizzati su come nutrirsi in modo più sano.


Le informazioni dei test genetici andranno valutate dal nutrizionista (medico o biologo) e integrate nella dieta personalizzata. Lo stesso professionista vi spiegherà le potenzialità e i limiti delle informazioni genetiche.
WebRep
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