sabato 30 aprile 2016

La nutrizione molecolare in menopausa (parte 1)

Articolo scritto dal dott. Francesco Bonucci per Lipinutragen srl. PARTE 1
La menopausa è una condizione fisiologica che riguarda la vita della donna generalmente tra i 45 e i 55 anni di età e determina la fine dell’età fertile con l’interruzione dell’ovulazione e del ciclo mestruale. Pur esistendo forme precoci o tardive, questa condizione avviene in media a 51 anni ed è definita da un’assenza totale di ciclo per 12 mesi continuativi.
E’ in genere preceduta da una fase intermedia, detta di perimenopausa, con squilibri del ciclo ed esordio di sintomi, che possono iniziare da 1 a 2 anni prima dell’effettiva cessazione del ciclo e durare anche in seguito.

Pur non essendo una malattia, la menopausa può presentare dei sintomi fastidiosi più o meno marcati che derivano dal declino della produzione di estrogeni da parte delle ovaie. Tra i più frequenti ricorrono le vampate di calore, la sudorazione notturna, il cambiamento d’umore, l’insonnia e la secchezza delle mucose.
Per alcuni di questi sintomi ci possono essere dei trattamenti di tipo farmacologico (prevalentemente ormoni) o di tipo complementare, basati su estratti di piante o omega 3, nonché l’agopuntura e l’ipnosi. (continua)

domenica 3 aprile 2016

La nutrizione molecolare nell’anziano

A cura del dott. Francesco Bonucci per conto di Lipinutragen srl (www.lipinutragen.it)
Età anagrafica. Il limite di età per definire un anziano ha subìto dei cambiamenti nel tempo legati soprattutto all’aspettativa di vita che è diversa nelle varie culture e regioni nel mondo. Nel tardo ‘800 in Inghilterra, ad esempio, si considerava il limite di 50 anni per definire un soggetto anziano, mentre al giorno d’oggi, nei paesi sviluppati, si considera 60-65 anni o l’età individuata dal sistema pensionistico.
Età biologica. Sebbene non ci sia ancora un consenso unanime sull’individuazione di biomarkers predittivi della lunghezza della vita e sul rischio di morte, si può dire che l’invecchiamento dal punto di vista biologico sia un processo caratterizzato da un graduale accumulo di “danni” molecolari e cellulari. Questi determinano un progressivo e generalizzato decadimento funzionale del corpo umano, che si manifesta con una maggiore vulnerabilità rispetto all’ambiente, un incremento del rischio di malattia ed infine della morte [1]. Il grado e il tipo di danni che si accumulano nel tempo hanno una grande variabilità legata alla diversa genetica individuale e all’influenza dei fattori ambientali e comportamentali. Questi danni si manifestano con un declino di funzionalità riscontrabile maggiormente a livello fisico, cognitivo, endocrino, fisiologico e immunitario e contribuiscono alle cosiddette fragilità nell’anziano.

TIPI DI DANNI CHE CONTRIBUISCONO ALL’INVECCHIAMENTO [2]
  • danno del DNA (nucleico e mitocondriale) 
  • da stress ossidativo, mutazioni, accorciamento dei telomeri, modificazioni epigenetiche;
  • danni all’RNA con errori di trascrizione;
  • danni ai lipidi delle membrane cellulari da radicali liberi ;
  • danni alle strutture delle proteine.

Gran parte di questi danni sono indotti da radicali liberi, ma limitati dalla presenza di antiossidanti che partecipano a meccanismi di protezione e di riparazione.