Il fruttosio è uno zucchero presente naturalmente nel mondo
vegetale ed in particolare nella frutta (da cui prende il nome), mentre il
prodotto puro raffinato che si trova in commercio è ricavato (non estratto) da
un processo industriale di trasformazioni che partono dall'amido di
mais. Difficile quindi considerarlo naturale, lo stesso dicasi per tutti quei
prodotti alimentari ricavati da processi di lavorazione e di raffinazione molto spinti.
Ma perché c’è tutto questo interesse dell'industria nei prodotti che
rendono dolce i sapore delle cose che ingeriamo? Perché o creano dipendenza
oppure aumentano il senso della fame e quindi portano in un modo o nell’altro le
persone a mangiare e a consumarne di più.
I dolcificanti artificiali, pur con zero calorie, hanno un effetto ingrassante perché aumentano l’appetito. La correlazione tra uso di dolcificanti artificiali e l'aumento di peso è stata da tempo individuata da diversi studi (1), ma volutamente ignorata dall’industria alimentare nei messaggi pubblicitari.
I dolcificanti artificiali, pur con zero calorie, hanno un effetto ingrassante perché aumentano l’appetito. La correlazione tra uso di dolcificanti artificiali e l'aumento di peso è stata da tempo individuata da diversi studi (1), ma volutamente ignorata dall’industria alimentare nei messaggi pubblicitari.
Il meccanismo d’azione all'interno del corpo umano, riguarda la stimolazione da parte del
sapore forte dei dolcificanti di specifiche aree del cervello legate al gusto, ma
non di altre deputate alla gratificazione post-ingestione. la stimolazione di queste ultime
solitamente si genera con l’assunzione dei cibi e degli introiti calorici. Lo
sbilanciamento che si crea invece nel primo caso tra queste due aree del cervello, mantiene alto il
senso della fame inducendoci a mangiare ancor più del normale.
Questo argomentazione è tornata alla ribalta perché un
recente studio apparso a gennaio su JAMA (2) ha incluso in questa categoria anche il
fruttosio - quando utilizzato puro come dolcificante. I ricercatori americani
hanno sottoposto a risonanza magnetica al cervello dei volontari mentre assumevano
questo zucchero, ed è emerso che le aree che regolano appetito, gratificazione e
ricompensa non subivano nessuna riduzione di attività.
Il messaggio nutrizionale che vorremmo comunicare è quello di
limitare il sapore dolce aggiunto con dolcificanti, in particolare quelli
artificiali ma anche il fruttosio e il saccarosio (zucchero bianco o di canna).
Continuiamo invece a consumare gli zuccheri (incluso il fruttosio) naturalmente
presenti all’interno di frutta e verdura.
(1) Fowler SP, Williams K, Resendez RG, Hunt KJ, Hazuda HP,
Stern MP. Fueling the obesity epidemic? Artificially sweetened beverage use and
long-term weight gain. Obesity (Silver Spring, Md.) 2008.
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