sabato 12 marzo 2016

Nutrizione Molecolare in Pediatria

(Articolo scritto per Lipinutragen srl www.lipinutragen.it)
L’età pediatrica rappresenta un periodo evolutivo dell’essere umano, nel quale l’alimentazione ha un ruolo fondamentale per sostenere correttamente le fasi di accrescimento e di sviluppo di nuove funzioni.
Alle nostre latitudini assistiamo sin dall’infanzia ad eccessi calorici e a cattive abitudini alimentari generate non da una difficoltà nel reperire le risorse alimentari corrette, ma da una mancanza di educazione alimentare e da informazioni fuorvianti perché orientate da logiche commerciali.
Ogni anno si assiste a nuovi allarmi sull’epidemia dell’obesità unitamente a dati che vedono aumentare patologie del metabolismo quali ad esempio l’ipertensione, le dislipidemie e il diabete anche nell’infanzia. L’ultimo rapporto pubblicato dall’OMS indica che il numero dei bambini di età inferiore ai cinque anni con problemi di peso è passata dal 1998 al 2014 da 31 a 41 milioni di individui.
I dati italiani del 2014 indicati dal sistema di sorveglianza nazionale denominato “Okkio alla Salute” su alimentazione e stili di vita nelle classi di età dai 6 ai 10 anni, indicano livelli preoccupanti di eccesso ponderale: il 20,9% dei bambini è risultato in sovrappeso e il 9,8% in condizioni di obesità, con percentuali più alte nelle regioni del centro e del sud Italia.


Sembra paradossale ma seppur in presenza di eccessi calorici ci si può trovare anche con problematiche legate alla carenza di nutrienti. La malnutrizione non è esclusivamente legata all’andamento del peso ma può riguardare anche i micronutrienti. Riprendendo la definizione dell’OMS, per malnutrizione si intende lo squilibrio tra apporto di nutrienti e di energia e la quantità di questi necessaria al corpo per garantire la crescita, il ricambio, e le funzioni specifiche dell’organismo. 
Prendiamo ad esempio lo iodio, un minerale necessario in particolare per la formazione degli ormoni tiroidei e rispetto al quale si stimano apporti insufficienti nel 70% dei bambini (fonte: Federazione italiana medici pediatri).

Omega 3 per i bambini
Un particolare gruppo di nutrienti sui quali porre attenzione in quanto spesso carenti in età pediatrica sono gli acidi grassi polinsaturi Omega 3, in particolare di quelli a lunga catena EPA e DHA. Ricordiamo che la classe dei lipidi ha i seguenti livelli di assunzione di riferimento (LARN IV revisione, 2014):
  • da 6 a 12 mesi = 40% delle energie totali, di cui EPA-DHA 250 mg
  • da 1 a 3 anni = 35-40 % delle energie totali, di cui EPA-DHA 250 mg
  • da 4 a 17 anni = 20-35 % delle energie totali, di cui EPA-DHA 250 mg
Dai 6 mesi ai 2 anni è richiesto un apporto aggiuntivo di DHA di 100 mg

Perché il DHA è così importante?
Si tratta di un lipide essenziale per le funzioni cerebrali . La sua maggior richiesta inizia nel grembo materno attingendo alle riserve della madre attraverso la placenta per la formazione del tubo neurale che darà origine anche al cervello e alla retina. L’apporto di DHA continua poi nell’infanzia con il latte materno e successivamente con l’alimentazione per supportare la corretta crescita e maturazione del cervello e di tutto il sistema nervoso e i collegamenti sinaptici.
Alcuni studi indicano che i livelli di DHA hanno un ruolo favorevole nello sviluppare le capacità cognitive nei bambini e al contrario bassi livelli di DHA nel cervello animale determinano problemi di apprendimento e di memorizzazione.
Un numero crescente di studi sta supportando sempre più dati che correlano bassi apporti dietetici e bassi livelli di DHA ematico con disturbi da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e dislessia in bambini.

Le fonti preferenziali di grassi dovranno quindi includere il pesce, la frutta secca in guscio
e i semi oleaginosi, gli oli vegetali.
Attualmente il consumo di pesce nei bambini dai 6 ai 10 anni si aggira in media a 1 porzione a settimana mentre dovrebbe raggiungere le 2-4 porzioni.
Per quanto riguarda la frutta secca, i semi e gli oli, bisogna privilegiare quelli maggiormente ricchi di Omega 3 a discapito di Omega 6 e di grassi saturi (SFA) (Immagine: fonte EUFIC). Evidenziamo la presenza di nuove formulazioni di oli polinsaturi da usare a crudo, appositamente composti da miscele di olio di canapa e di lino, da olio di girasole altoleico e olio di sesamo, da olio di lino e olio di girasole altoleico e da olio di canapa, lino, sesamo e girasole altoleico.

Una tipologia di grassi tipicamente in eccesso nella dieta occidentale è quella dei SFA che dovrebbe restare al di sotto del 10% delle calorie totali mentre i grassi trans (TFA) industriali dovrebbero essere praticamente assenti.
Entrambe queste categorie di grassi però abbondano nei cibi da fast-food e in molti alimenti industriali quali merendine, gelati, prodotti da forno e biscotteria. La riluttanza verso l’olio di palma raffinato riguarda, oltre alla deforestazione selvaggia per far posto alle coltivazioni, anche la sua composizione con il 50% circa di SFA.
I cibi animali ricchi di SFA sono notoriamente la carne rossa (manzo, agnello e maiale), i prodotti lattiero-caseari grassi (burro, formaggi, panna, latte intero).
Per conoscere più esattamente la condizione delle membrane in relazione alle varie classi di grassi, risulta particolarmente interessante l’indagine molecolare eseguita a livello delle membrane dei globuli rossi. In questo modo si può valutare l’eventuale carenza di Omega 3 e il loro rapporto con gli Omega 6, cosi come gli eccessi di SFA e la presenza di TFA.
Indicazioni della Società Americana di Pediatria
Limitare il consumo di bevande zuccherate
Incoraggiare sin da piccoli il consumo quotidiano di verdura e di frutta (5 porzioni al giorno).
Preparare regolarmente pesce (2-4 volte a settimana) evitando quello venduto già fritto*
Consumare i cereali e i loro derivati di tipo integrale*
Non consentire l’uso di video (TV, computer, tablet, ecc.) prima dei 2 anni di età e successivamente limitarle a un massimo di 2 ore al giorno
Fare colazione tutte le mattine
Limitare i pasti fuori casa e in particolare ai fast-food
Incoraggiare i pasti a casa e con genitori e figli insieme
Non esagerare con le quantità seguendo le porzioni previste.
Quando possibile,adottare l’allattamento al seno esclusivo fino al 6° mese. Mantenerlo anche dopo l’introduzione di cibi solidi fino a 12 mesi e oltre
Fare attività fisica regolarmente
Limitare i cibi molto calorici
* Dietary Recommendations for Healthy Children 2014, dell’American Heart Association
Dott. Francesco Bonucci
fB: Nutrizionista Forlì

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