giovedì 14 gennaio 2016

Grassi trans al bando? Un’ipotesi dal Regno Unito

Scritto per www.lascuoladiancel.it dal dott. Francesco Bonucci. (Illustrazione Gianluigi Marabotti)

Mentre il mondo scientifico è in aperto dibattito sulla definizione degli apporti alimentari ottimali delle diverse classi di acidi grassi, c’è un consenso unanime sull’effetto dannoso degli acidi grassi trans (TFA) industriali sulla salute umana e in particolare sul rischio cardiovascolare.
Per ridurre i costi sociosanitari legati alle malattie cardiache, i governi si stanno chiedendo quali tipi di interventi sia meglio attuare per limitare il consumo di TFA, al fine di migliorare la salute pubblica. Tra le tipologie di intervento, le più efficaci risulterebbero essere:
  • una legislazione che obbliga la riformulazione delle preparazioni industriali con ingredienti alternativi;
  • il miglioramento delle informazioni nelle etichette;
  • l’eliminazione totale dei TFA nei cibi da asporto o consumati nei ristoranti.
In particolare, uno studio condotto da un gruppo di ricercatori inglesi e pubblicato recentemente sul «British Medical Journal», ha messo a punto un modello che stima l’impatto socioeconomico e gli effetti sull’aspettativa di vita della messa al bando dei TFA. Ricordiamo che questi grassi sono utilizzati dall’industria come ingrediente aggiunto per migliorare la stabilità e la palatabilità dei prodotti alimentari.
I risultati ottenuti mediante dei calcoli con proiezioni di dati su cinque anni (2015-2020) mostrano una riduzione significativa della mortalità, che si tradurrebbe nel prevenire o nel posporre 7.200 decessi per malattia coronarica. I benefici di questa politica d’intervento avrebbero una ricaduta maggiore sulle fasce di popolazione a minor reddito, che sono quelle che più utilizzano i fast food e i cibi industriali a maggior contenuto di TFA.
Il bando totale dei TFA avrebbe anche un beneficio in termini economici per la collettività, quantificabile in diverse centinaia di milioni di euro. Tale bilancio sarebbe positivo anche nel caso in cui si volessero includere i costi legati alle riformulazioni delle preparazioni alimentari.
I risultati ottenuti incoraggiano a intraprendere concretamente iniziative di questo tipo che presentano vantaggi economici e ricadute positive per la salute pubblica, andando oltre agli interessi di una parte dell’industria.

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