domenica 8 febbraio 2015

DHA: acido grasso essenziale

Estratto della newsletter Nutrafocus della Lipinutragen sull'acido grasso omega 3 DHA.
Tra gli omega 3 presenti nelle membrane eritrocitarie, EPA e DHA rivestono un ruolo particolarmente importante contribuendo, tra le altre cose, a conferirne caratteristiche di fluidità.
Tra tutti gli acidi grassi che la compongono, il DHA in particolare, dovrebbe essere presente in una percentuale variabile tra il 5 – 7 %.
Tra gli ɷ 3 acidi grassi polinsaturi (PUFA) introdotti con la dieta, il DHA (insieme all’EPA), è presente in quantità molto ridotte (Hibbeln et al., 2006);
inoltre la sua conversione a partire da alfa linolenico è poco rilevante (Goyens et al., 2006).
La relativa scarsità di fonti alimentari, unitamente al consumo di questo omega 3 da parte dell’organismo, si riscontra anche a livello delle membrane dove non di rado si avvicina a valori bassi o al di sotto dell’intervallo di normalità indicato.
Le principali fonti alimentari di DHA provengono tipicamente dal mondo marino e in particolare, da pesci che vivono nei mari freddi.

Segue

Anche arrivando a 3-4 porzioni settimanali di pesce ricco di EPA e DHA, si rende di frequente necessaria un’integrazione con nutraceutici che abbiano i seguenti requisiti:
- DHA di origine certificata;
- presenza di GPC (gliceril-fosforilcolina) che ne agevola l’incorporazione in membrana;
- presenza di antiossidanti sinergici (vit. E, vit. C, beta carotene) che proteggono i doppi legami sensibili all’attacco dei radicali liberi;
- ridotta presenza di altri acidi grassi indesiderati e in particolare di saturi e trans
(ricordiamo che i processi di deodorizzazione degli oli di pesce generano trans).

Difficilmente si riscontrano profili con eccessi di DHA e sono nella quasi totalità riconducibili a persone che hanno eseguito un’integrazione non personalizzata e non misurata/dosata sulle reali necessità individuali. 


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